"PREFIERO MORIR DE PIE
QUE VIVIR DE RODILLAS"

(Emiliano Zapata)

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LA CITTA' PERDUTA DI LEOPOLI


“Benché questa città si erga fondata in un piccolo spazio,
tuttavia nessuna guerra di uomini sarà in grado di nuocerle;
si ritiri di qui il feroce soldato, si ritiri ormai il nemico
in quanto che nessuno può violare questa città.”
(Epigrafe di Leone IV, rinvenuta a Leopoli-Cencelle)


PERICOLI DAL MARE Nel cuore del medioevo gli abitanti di Centumcellae, l'odierna Civitavecchia, si rivolsero a papa Leone IV per ottenere sostegno contro le incursioni saracene che colpivano il litorale laziale a nord di Roma; il Potenfice decise di risolvere il problema degli antichi civitavecchiesi favorendone lo spostamento verso i Monti della Tolfa, dove, presso il sito di un antico insediamento etrusco, sorse la città di Leopoli, così chiamata in onore dello stesso Leone ma conosciuta ben presto anche come castrum Centumcellensis in memoria della vicina e natia Centumcellae.

Monti della Tolfa

LEOPOLI Il nuovo insediamento, protetto da difese naturali come burroni e dirupi, dominava dall'alto la linea costiera e permetteva di avvistare facilmente i nemici provenienti dal mare, compresi i saraceni.
L'accesso alla città era ben difeso e per raggiungere l'abitato era necessario percorrere, in posizione fortemente esposta, una strada che costeggiava per lunghi tratti le mura cittadine.
La città era costituita da capanne circolari di legno, secondo il costume altomediavale, ma, essendo sede vescovile, ospitava anche una cattedrale, la chiesa di San Pietro, dall'architettura ricca ed elaborata e dotata di decorazioni in marmo bianco.
Al termine del periodo altomedievale la città madre di Centumcellae tornò ad essere abitata e prese per se il nome di Civitas Vetula, da cui Civitavecchia, lasciando definitivamente quello di Centumcellae, e quindi Cencelle, alla più giovane Leopoli. Cencelle in questa fase perse probabilmente la funzione vescovile ma cominciò a sviluppare un nuovo tipo di governo: stava nascendo il locale comune.

Leopoli, epigrafe di Leone IV
Immagine tratta dal sito dei Mercati di Traiano

CENCELLE La città durante la fase comunale oscillò fra il sostegno all'autorità imperiale e quello all'istituzione pontificia, che risultò spesso preferita. Tra XII e XIV secolo, furono ricostruite le mura, inglobando il precedente tracciato difensivo leonino, e la chiesa di San Pietro. L'aumento della popolazione rese necessario il potenziamento del sistema di approvvigionamento idrico (munito di un acquedotto e di diverse cisterne) utile anche per le numerose attività artiginali cittadine mentre sulla piazza principale della città cominciavano ad affacciarsi i palazzi del potere.
La città, contemporaneamente agli edifici pubblici e privati, sviluppò anche un suo tessuto sociale, formato da nobili e artigiani (fabbri, calzolai, mugnai, tavernieri), dei quali l'archeologia è riuscita a recuperare i luoghi di lavoro.
La presenza stabile, infine, di un joculator, addetto all'intrattenimento e all'organizzazione di eventi ludici, sembra assegnare un rango abbastanza alto agli abitanti del comune di Cencelle, indicandone contemporaneamente la prosperità della vita.

Leopoli-Cencelle
Immagine tratta dal sito dei Mercati di Traiano


TENUTA AGRICOLA La storia di Cencelle cambiò direzione quando la cittadina si trasformò in una tenuta agricola, controllata prima dal Cardinale Farnese e poi definitivamente dalla Camera Apostilica.
Le tenuta forniva legname alle imprese dedite all'estrazione e alla lavorazione dell'allume, minerale fondamentale per la produzione dei tessuti e fortemente presente sui monti della Tolfa. Le allumiere della Tolfa vissero una fase di grande sviluppo a partire dal XV secolo, quando i giacimenti presenti a oriente furono occupati dai Turchi e divennero difficilmente accessibili per gli occidentali.
L'abitato di Cencelle conobbe, in questa fase, una forte diminuazione della popolazione ma rimase in vita almeno fino al XVII secolo.
La chiesa di San Pietro, perse le funzioni liturgiche, si trovò isolata dai residui dell'abitato e divenne il cuore dell'azienda agricola. L'edificio fu usato per l'immagazzinamento delle derrate e per la conservazione degli attrezzi e per motivi di sicurezza, essendo ormai immerso nella campagna, fu munito di un fossato e circondato da un muro.
Le navate laterali, ripavimentate, furono suddivise in numerosi ambienti mentre la navata centrale, ripavimentate anch'essa e forse privata della copertura, fungeva da corridoio.
Appartengono a questo periodo molti strumenti rinvenuti nella zona: asce, picconi, ferri da cavallo e da mulo. La città di Leopoli-Cencelle si era ormai avviata verso il tramonoto; di questo insediamento e della sua esistenza rimagono oggi, nel territorio del Comune di Tarquinia, solo abbondanti resti architettonici (torri, cinta muraria), motivo di interesse per archologi e turisti intraprendenti.

Civitavecchia, tramonto sul mar Tirreno


PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
La storia altomedievale di Leopoli
La storia della Cencelle comunale
La storia della tenuta agricola sorta al posto della città di Cencelle
Didascalie delle immagini presenti nel sito dei mercati di Traiano
File dedicato alla città di Centumcellae (Civitavecchia) da pagineveloci.net
Voce dedicata a Leopoli dal sito della Treccani

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di Stefano Rosati

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