"PREFIERO MORIR DE PIE
QUE VIVIR DE RODILLAS"

(Emiliano Zapata)

ARCHIVIO

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GRAVISCA
IL PORTO DELL'ANTICA TARQUINIA



Le acque placide di una laguna, imbarcazioni cariche di merci esotiche e preziose, trattative tra mercanti greci ed etruschi, santuari colmi di fedeli e di doni votivi; in poche parole l'antico emporio greco-etrusco di Gravisca, affacciato sul Tirreno centrale ma in contatto con l'intero Mediterraneo.

Area archeologica di Gravisca


UN APPRODO SICURO Con il nome Graviscae era indicato, in età romana, il porto di Tarquinia (l'etrusca Tarchna) situato, tra i fiumi Marta e Mignone, sulla sponda settentrionale di una laguna, nell'attuale area delle Saline; quest'area era particolarmente adatta ad ospitare un porto per la ricchezza di acqua potabile, necessaria per rifornire le imbarcazioni prima della partenza, e per le caratteristiche morfologiche, capaci di rendere sicuro l'approdo.

Tarquinia, fiume Marta


L'ALBA I primi ad interessarsi all'area furono, col consenso dei Signori di Tarquinia, i mercanti provenienti dalla città di Focea, colonia greca sorta in un'area corrispondente all'attuale Turchia occidentale, nel 580 aC; questo insediamento assunse subito le funzioni di "emporium", divenendo in tal modo utile ai mercanti greci per effettuare scambi commerciali con le genti etrusche del posto.

Gravisca, ricostruzione del primo santuario di Afrodite


I Focesi, per ingraziarsi le divinità e gli indigeni, costruirono anche, presso l'emporio, un santuario dedicato ad Afrodite, l'etrusca Turan, al quale donarono oggetti preziosi quali un vaso realizzato secondo lo stile del Wild Goat (stile della capra selvativa), un calderone di bronzo decorato da teste di grifo di fabbricazione greco-orientale e una statuetta in bronzo raffigurante la dea Afrdoite armata di lancia e scudo, utilizzata probabilmente come statua di culto.

Teste di grifo dal becco ricurvo appartenute ad un cratere bronzeo di produzione greco-orientale
Tarquinia 600-575 aC


L'EMPORIO Il territorio destò ben presto l'attenzione degli etruschi del posto che vi stabilirono un abitato: Gravisca
L'emporio si affermò rapidamente e attirò persone, interessate a commerciare con la vicina città di Tarquinia, provenienti da ogni angolo del Mediterraneo; l'arcaica presenza di questi visitatori è oggi testimoniata dal ritrovamento di manufatti quali statuine di produzione greco-orientale raffiguranti la divinità egizia Bes, oggetti decorati da artigiani vissuti nell'area nilotica, vasi corinzi, ceramiche della Laconia (nel Peloponneso) e della Ionia (nell'attuale Turchia occidentale)

Statuetta della divinità egizia Bes, di produzione greco-orientale (Samos ?)
Bes era il dio del focolare e veniva raffigurata con pancia grande e atteggiamento buffo e grottesco, utile a spaventare gli spirit maligini
Gravisca, VI secolo aC


NUOVI ARRIVATI.. Quando, alla metà del VI secolo aC, l'emporio di Gravisca fu raggiunto da mercanti provenienti da Samo, un'isola greca dell'Egeo orientale, il piccolo tempio di Afrodite fu ricostruito e ampliato e fu edificato un secondo edificio sacro dedicato al culto di Era, in etrusco Uni, particolarmente caro ai nuovi arrivati.
Nel corso della seconda metà dello stesso secolo, intorno al 530/520 aC, Gravisca fu raggiunto da molti mercanti greci provenienti da Egina e, conseguentemnte, aumentò nell'emporio la presenza di prodotti di origine attica.

Anfora attica a figure nere con Dioniso e il suo corteggio su un imbarcazione tra delfini guizzanti (particolare)
Tarquinia, 510 aC


..E NUOVI TEMPLI Il culto di Afrodite, in quegli anni, fu unificato a quello di Era e, per questo scopo, si edificò una nuova costruzione composta da un cortile e da due celle affiancate; Afrodite e Era erano divinità caratterizzate, allo stesso tempo, da tratti comuni e da profonde differenze, queste ultime erano legate, in particolar modo, alla contrapposizione tra la pratica della prostituzione sacra, relativa al culto di Afrodite e diffusa anche a Gravisca, e la tutela del matrimonio, tipica del culto di Era.

Roma, Palazzo Altemps, Statua raffigurante Afrodite


Negli stessi anni si sviluppò, poco distante, un santuario dedicato alle divinità etrusche Suri (signore dell'Ade dotato di poteri oracolari) e Cavatha, assimilati dai greci rispettivamente ad Apollo e Persefone. Il nuovo spazio era chiuso da un muro di cinta ed ospitava un portico e due altari monumentali.




DEMETRA A Gravisca trovò venerazione anche Demetra, l'etrusca Vei, onorata con la donazione di ricchi oggetti di bronzo e avorio; il culto di questa antichissima divinità, legata alla coltivazione e alla fertilità della terra, era praticato presso un edificio autonomo ed era particolarmtne caro ai frequentatori greci provenienti dalla Sicilia; gli scavi effettuati nel sito di Gravisca hanno restiuito a questo proposito numerosi frammenti di ceramiche dedicate a Demetra o a Vei.

Roma, Palazzo Altemps, Statua raffigurante, secondo l'interpretazione moderna, Demetra

Tra il santuario di Afrodite e quello di Demetra sorgeva inoltre un edificio dedicato ad Adone.

Area dell'edificio dedicato ad Adone



IL CREPUSCOLO L'emporio-santuario di Gravisca sembra essere stato per molto tempo ricco di beni e di vita ma, nonostante tanta fortuna, subì, tra il 470 e il 420 aC, gli effetti negativi della crisi politico-economica che colpì in quel periodo il mondo etrusco.
Gli edifici presenti a Gravisca furono restaurati una volta sul finire dello stesso V° secolo aC, secondo le regole di una tradizione etrusco-italica, e due volte nel corso del IV° secolo, prima di essere distrutti alla fine del III° secolo aC in seguito alla conquista del territorio tarquiniese da parte dei romani.

IL NUOVO MONDO C. Calpurnius Piso, P. Claudius Pulcher e C. Terentius Istra fondarono infine, nel 181 aC, la colonia romana di Gravisca nella zona dell'antico insediamento greco.
Il mondo costruito da Greci ed Etruschi stava finendo, destinato a rivivere solo negli scavi degli archeologi e nei racconti degli storici, mentre il Mediterraneo avventuroso e pericoloso degli antichi mercanti e pirati si stava trasformando nel sicuro Mare Nostrum dei Romani.



PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
  • Voce dedicata dal sito della Treccani a Focea
  • Voce dedicata dal sito della Treccani a Samo
  • Voce dedicata dal sito della Treccani a Egina
  • Voce dedicata dal sito della Treccani ad Era
  • Voce dedicata dal sito della Trecani ad Afrodite
  • Voce dedicata dal sito della Treccani a Demetra
  • Voce dedicata dal sito della Treccani agli scavi di Gravisca
  • Voce dedicata dal sito della Treccani a Gravisca
  • Pagina dedicata all'area archeologica dell'Ara della Regina nei pressi di Tarquinia
  • Pagina dedicata all'area archeologica della Doganaccia nei pressi di Tarquinia
  • Pagina dedicata alla storia della città etrusca di Tarquinia
  • Pagina dedicata al periodo villanoviano dell'antica Tarquinia

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    Testi e immagini di Stefano Rosati

  • TARQUINIA - GIORNATA DELL'ASS. AMICI DELLE TOMBE DIPINTE

    TARQUINIA - RISERVAMICA 2015