"PREFIERO MORIR DE PIE
QUE VIVIR DE RODILLAS"

(Emiliano Zapata)

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CHIESA DI SAN SILVESTRO
QUANDO VITERBO SI TROVO' NELL'INFERNO...DELLA DIVINA COMMEDIA




Circa alla metà del percorso che collega Piazza del Plebiscito, con il Palazzo dei Priori, a Piazza San Lorenzo, su cui affacciano l'omonima Cattedrale e il Palazzo dei Papi, si allarga una piazzetta, occupata dalla Fontana del Gesù e dominata dalla torre del Borgognone, chiusa sul fondo dalla semplice facciata di uno dei luoghi di culto più antichi della città di Viterbo: la chiesa di San Silvestro, conosciuta anche come chiesa del Gesù.

La Torre del Borgognone, disposta su sei livelli, occupava probabilmente un ruolo di primo piano nella vita politica della Viterbo medievale ed è spesso ricordato nelle antiche cronache viterbesi dove, ad esempio, si narra di quando i viterbesi esposero le chiavi della sconfitta e sorpaffatta Toscanella (l'attuale Tuscania) presso lo svettante edificio.

ALTERNA FORTUNA Le notizie più antiche relative a questa chiesa risalgono al secolo XI', quando l'edificio fu costruito, secondo i dettami dello stile gotico, presso quella che, all'epoca, si chiamava Piazza del Mercato, nel cuore politico dell'antica Viterbo; il tempio perse importanza a partire dalla seconda metà del XIII secolo, soffocato dalla vicinanza delle grandi chiese di San Lorenzo e di Santa Maria Nuova e dal trasferimento delle sedi istituzionali dagli edifici della già ricordata Piazza del Mercato a quelli dell'attuale Piazza del Plebiscito, presso il Palazzo dei Priori e il Palazzo del Podestà.

Viterbo, Piazza del Plebiscito

UN'ILLUSTRE TRAGEDIA La crisi della Chiesa fu provocata anche da un cruento episodio che si svolse al suo interno e che, costato la vita all'aristocratico Enrico di Cornovaglia, fu ricordato addirittura da Dante Alighieri nella sua Commedia.
Il poeta nel XII' canto dell'Inferno descrisse infatti Guy di Montfort, il carnefice di Enrico, come colui che "fesse in grembo a Dio / lo cor che 'n su Tamisi ancor si cola". (If XII 119-120); Dante racconta che l'omicida è stato condannato, per la violenza commessa contro il prossimo, ad essere immerso nel sangue bollente.

ENRICO DI CORNOBAGLIA Enrico, vissuto nel XIII secolo, fu figlio di Riccardo di Cornovaglia, fratello del re d'Inghilterra Enrico III, e di Isabella contessa di Gloucester e partecipò alla crociata comandata da re Luigi IX di Francia in Tunisia.
Il giovane nobile, dopo il suo ritorno in Europa, si unì, probabilmente animato dalla volontà di favorire la nomina ad imperatore di suo padre, ai seguaci di Carlo I d'Angiò, fratello di Luigi IX e primo sovrano angioino del Regno di Sicilia, e raggiunse Viterbo, dove si stava svolgendo il lungo conclave per l'elezione del successore di Clemente IV.

Viterbo, Palazzo dei Papi
Nell'edificio fu eletto papa Gregorio X, successore di Clemente IV, nel 1271 (dopo quasi tre anni di attesa); i cardinali, a causa del ritardo nell'elezione, furono rinchiusi da Raniero Gatti, capitano del popolo, nel palazzo (la sala delle riunioni fu inoltre scoperchiata su suggerimento d San Bonaventura).

Il soggiorno viterbese, come detto, fu fatale ad Enrico che, nel 1271, trovò la morte nella chiesa di San Silvestro dove, durante la Messa, fu assassinato senza pietà da Guy (o Guido) di Montfort, vicario di Carlo I d'Angiò in Toscana e conte di Nola (attualmente in provincia di Napoli).
Guy di Montfort intendeva vendicare, con il suo gesto sacrilego, l'uccisione di suo padre Simone, morto combattendo la casa reale inglese durante la battaglia di Evesham (1265); l'assassino, che agì sotto la tacita protezione di Carlo I d'Angiò, non patì punizione particolarmente severe per il delitto commesso; Enrico fu invece sepolto nell'Abbazia cistercense di Hailes, in Inghilterra, mentre il suo cuore, come indica anche il racconto di Dante Alighieri, fu trasferito a Londra.

Roma, Musei Capitolini
Monumento onorario di Carlo I d'Angiò re di Sicilia e senatore di Roma, Arnolfo di Cambio (1277 circa)

GLI OSPITI La chiesa di San Silvestro ospitò nel corso dei secoli numerosi ordini religiosi e visse, conseguentemente, altrettante trasformazioni architettoniche.
Agli inizi del XVII' secolo la chiesa fu scelta prima dai Gesuiti, che vi restarono per un brevissimo periodo, e poi dai Carmelitani Scalzi mentre dal 1643 l'edificio ospitò la sede della Confraternita del Santissimo Nome di Gesù, fondata per assistere gli ammalati e il cui simbolo (il monogramma "I H S" simile a quello dei Gesuiti) è oggi visibile presso l'ingresso principale della costruzione; successivamente vi si stabilirono i frati della Penitenza.
Alla fine del XX secolo, dopo un periodo di abbandono, la chiesa di San Silvestro è stato restaurata e assegnata alla Confraternita dei Cavalieri e delle Dame dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro.

Viterbo, San Silvestro
Leone presente nella decorazione della facciata della chiesa

LA FACCIATA E LE DECORAZIONI La facciata, caratterizzata dalle semplici linee romaniche, è stata realizzata in peperino e, decorata da sculture raffiguranti leoni accovacciati e dai resti dell'affresco realizzato nel XVI' secolo nella lunetta collocata al di sopra del portale, è accompagnata da un piccolo campanile decorato con fregi di marmo.

Viterbo, Chiesa di San Silvestro
Lunetta decorata


Viterbo, San Silvestro
(in alto si può notare il soffitto ligneo)

Internamente la chiesa è occupata da un'unica e ampia sala aperta da finestre sulle pareti laterali e coperta da un tetto a capriate di legno.
Le decorazioni interne sono scarse e si concentrano principalmente presso la piccola abside che occupa la parte posteriore della costruzione e che offre agli occhi dei visitaori un colorato affresco realizzato nel corso del XVI secolo su commissione della Corporazione degli Ortolani e raffigurante, tra le immagini laterali di Sant'Andrea (in ricordo della Chiesa di Sant'Andrea a Pianoscarano presso cui si formò la Corporazione) e di San Silvestro e quella superiore del Creatore, la scena del "Noli me tangere", che ha per protagonisti Gesù Risorto e Maria Maddalena.

Viterbo, Chiesa di San Silvestro
Noli me tangere (con Sant'Andrea a sinistra e San Silvestro a destra), autore ignoto (1540)


Viterbo, Chiesa di San Silvestro
Affresco raffigurante il Creatore

Durante i restauri realizzati nel 1987 fu recuperato un capitello marmoreo decorato con una scena raffigurante l'Adorazione dei Magi, firmata da Magister Guilelmus, e attualmente conservato presso il Museo del Colle del Duomo.

Viterbo, San Silvestro
Capitello con l'Adorazione dei Magi conservato presso il Museo del Colle del Duomo


Viterbo, San Silvestro
Resti di un affresco quattrocentesco raffigurante San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista

Viterbo, San Silvestro
Affresco raffigurante Sant'Antonio (probabilmente si tratta di ex voto del XV secolo)



PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
  • Voce dedicata a Guy de Montfort dal sito della Treccani
  • Voce dedicata a Enrico di Cornovaglia dal sito della Treccani
  • Voce dedicata a Guy de Montfort dal sito della Treccani
  • Voce dedicata a Carlo d'Angiò dal sito della Treccani
  • Voce dedicata a Riccardo di Cornovaglia dal sito della Treccani
  • Pagina (in parte) dedicata alla chiesa di San Silvestro dal sito del Comune di Viterbo
  • Pagina dedicata alla chiesa di San Silvestro dal sito proferento.com
  • Sito del Museo del Colle del Duomo


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    Fotografie e testo di Stefano Rosati

  • ROMA - ROMICS 2015

    VITERBO - VISITA A FERENTO