"PREFIERO MORIR DE PIE
QUE VIVIR DE RODILLAS"

(Emiliano Zapata)

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ARCHIVIO FOTOGRAFICO

TARQUINIA
LA CULTURA VILLANOVIANA

Un ampio pianoro vicino al mare e ai monti, gruppi di povere capanne e necropoli di umili tombe, i primi passi di un'antico insediamento umano: la nascita della città di Tarquinia.

Veduta del pianoro sul quale sorse Tarquinia

IL PRIMITIVO INSEDIAMENTO La società cresciuta a Tarquinia all'epoca della cultura villanoviana è stata studiata finora in gran parte grazie all'esplorazione dei sepolcreti. La descrizione della primordiale Tarquinia conseguentemente risulta focalizzata sulle informazioni fornite dalle sepolture dell'epoca.
Il centro abitato si sviluppò sul colle della Civita, a pochi chilometri dal mar Tirreno, tra la fine dell'età del bronzo (X secolo) e l'inzio di quella del ferro (IX secolo). Lo spazio venne occupato all'inizio solo parzialmente, come in ogni centro della cultura villanoviana, poichè le abitazioni, capanne di argilla e frasche, erano radunate in gruppi separati tra loro da spoazi liberi assegnati alle coltivazioni e ai pascoli. L'insediamento assunse un'aspetto urbano soltanto alla fine dell'VIII secolo aC.


Schema raffigurante una capanna della cultura villanoviana

Negli stessi anni lungo le vie di accesso all'insediamento sorsero numerose necropoli. La possiiblità di sfruttare le risorse marine e l'interesse per gli scambi commerciali favorirono la nascita di un insediamento lungo la costa tirrenica, nell'area delle Saline.


Mar Tirreno nelle vicinanze dell'ordierna Tarquinia


LE SEPOLTURE Nel IX secolo aC i defunti venivano cremati con addosso vestiti e oggetti personali, ad esempio fibule. Al termine del rogo le ossa, i resti degli oggetti e una manciata di terra venivano deposti in un vaso biconico con una o, più raramente, due anse, in questo secondo caso una delle due anse veniva spezzata per motivi a noi ignoti. Le ceneri di personaggi di rango elevato, talvolta, venivano deposte in urne a forma di capanna.
L'urna cineraria, accompagnata dal corredo funebre, veniva quindi posizionata in un pozzatto, talvolta foderato con pietre o contenente una grossa custrodia in pietra o un vaso, ricavato nella roccia.


Schema raffigurante un pozzetto

I primi corredi funebri sono piuttosto poveri e comprendono oggetti ornamentali del defunto e alcuni vasi.
Le sepolture maschili e quelle femminile presentano piccole differenze. Le urne degli uomini, che in vita erano stati guerrieri, erano chiuse da elmi di terracotta mentre quelle delle donne da scodelle. Nelle sepolture maschili venivano deposti anche rasoi e fibule ad arco serpeggiante, in quelle femminile fibule ad arco semplice o ingrossato ed oggetti della vita quotidiana come fuseruole e rocchetti.


Rasoio /a sinistra) e fibula ad arco ingrossato (a destra)

Nelle tombe maschili risalenti al IX secolo avanzato sono state ritrovate armi (spade e punte di lancia), utensili (asce e coltelli) e modellini di carri e di navi.
Il vasellame dell'epoca venne realizzato con ceramica lavorata a mano e successivamente lucidato e arricchito da decorazioni geometriche (linee spezzate, zig-zag, triangoli, cerchi).
A partire dalla metà dell'VIII secolo al rituale funerario dell'incinerazione si affiancò, per poi sostituirlo completamente, quello dell'inumazione.
I defunti venivano deposti in fosse scavate nel terreno. I corpi erano sepolti supini e vestiti, con molti ornamenti e con vasi attorno ai piedi e alla testa. Gli uomini erano accompagnati dalle armi.


Scudo risalente all'epoca della cultura villanoviana


LA SOCIETA' La società villanoviana nell'antico territorio di Tarquinia può essere immaginata e ricostruita grazie all'analisi delle sepolture. Probabilmente non esistevano grosse differenze sociali ma, grazie alla presenza di tombe contenenti oggetti particolari come le urne a capanna e le armi, si intuisce la presenza di alcune figure emergenti come i capifamiglia, i capi della comunità e i sacerdoti.
La graduale comparsa di corredi funerari più ricchi permette di ipotizzare lo sviluppo, a partire dall'VIII secolo, di una maggiore stratificazione sociale nella comunità dei viventi e la nascita di una classe aristocratica.
Gli scavi effettuati a Tarquinia hanno permesso il recupero di numerosi oggetti in lamina bronzea decorata a sbalzo, ad esempio elmi crestati. Questi reperti, simili a manufatti originari dell'area centro europea (civiltà di Hallstat), indicano l'esistenza di una feconda produzione locale e dell'elevata competenza metallotecnica raggiunta dagli artigiani del posto, favorita anche dalla posizione dell'insediamento.L'antica Tarquinia infatti controllò, almeno fino alla fine dell'VIII secolo aC, le miniere dei monti della Tolfa.




Monti della Tolfa


CONTATTI A partire dalla seconda metà del IX secolo aC i villanoviani di Tarquinia cominciarono ad intrattenere rapporti culturali e commerciali con gli abitanti degli insediamenti vicini. Questi contatti sono dimostrati, ad esempio, dalla presenza, nei corredi funebri dell'epoca, di brocchette dal collo obliquo prodotte a Vetulonia
Sul finire del secolo gli antichi abitanti di Tarquinia entrarono in contatto anche con popolazioni della Sicilia e della Calabria, terre dalle quali giunsero a Tarquinia oggetti (fibule, coltelli) di bronzo e ferro, e della Sardegna nuragica, dalla quale arrivarono bronzetti.
I contatti con il mondo greco risalgono all'VIII secolo e precedettero la fondazione di Cuma, la più antica colonia greca in Italia.

INNOVAZIONI All'iniziale importazione di coppe con decorazione geometrica dalle Cicladi e dall'Eubea seguì, presto, la produzione locale di vasi ad imitazione dei modelli greci. L'elevata qualità di questi manufatti sembra indicare la presenza nell'antica Tarquinia di epcoa villanoviana di artigiani greci immigrati.


Imitazione locale di un vaso (hydria) euboico

Dall'oriente greco giunsero a Tarquinia anche nuovi stili di vita, ad esempio la pratica del banchetto tra gli aristocratici, e nuove tecnologie.

Tarquinia alla fine dell'VIII secolo smise i panni dell'insediamento villanoviano. Le trasformazioni sociali e i frequenti contatti con civiltà mediterranee stavano facendo germogliare, all'interno del centro villanoviano, la città vera e propria.


Pagina dedicata alla Tarquinia etrusca
Pagina dedicata alla cultura villanoviana

di Stefano Rosati

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